Nel 1907, presso i laboratori della Marconi Company, Henry Joseph Round scoprì l’effetto della fotoluminescenza usando del carburo di silicio (SiC) e il componente di una radio. Esattamente vent’anni dopo, Oleg Losev pubblicò in Russia una teoria, dove affermava di aver creato l’equivalente di un LED rudimentale; nonostante la pubblicazione fosse uscita anche nell’Impero tedesco e in quello britannico, per decenni non si trovarono applicazioni pratiche per la sua invenzione.
I primi LED commerciali furono impiegati per sostituire alcune lampade a incandescenza e al neon, per i display a sette segmenti, per gli optoisolatori, per equipaggiamenti costosi da laboratorio dapprima e per poi passare a calcolatrici, televisori, radio, telefoni e molto altro. Sia i LED a infrarossi sia quelli nel visibile erano però ancora estremamente costosi, nell’ordine dei duecento dollari ciascuno, di conseguenza erano usati relativamente poco.
A partire dal 1968, la Monsanto Company fu la prima al mondo a iniziare la produzione in massa di LED nel visibile, usando gallio, arsenico e fosforo per realizzare LED rossi adatti come indicatori (frecce, numeri, ecc). Successivamente, iniziarono a essere disponibili altri colori e i LED cominciarono ad apparire su svariati altri equipaggiamenti e dispositivi. Negli anni settanta, dispositivi a LED venivano prodotti e commercializzati a meno di cinque centesimi ciascuno. Tali diodi erano formati da chip in semiconduttore fabbricati con il processo planare di crescita ideato da Jean Hoerni alla Fairchild Semiconductor. La combinazione di questo processo con metodi di incapsulamento innovativi permise alla Fairchild, sotto la guida del pioniere dell’optoelettronica Thomas Brandt, di ridurre fortemente i costi di produzione, facendo da apri pista per tutti gli altri produttori.
I primi LED avevano un involucro metallico simile a quello usato per i transistor, con una lente di vetro per il passaggio dei fotoni. Successivamente si passò a involucri trasparenti in plastica, di varie forme, e spesso con tinte corrispondenti al colore della luce emessa. Nel caso di LED infrarossi, la tinta può essere applicata per ottenere l’effetto contrario, ossia bloccare l’uscita di luce visibile. Specifici incapsulamenti sono stati poi ideati per la dissipazione efficiente di calore dei LED ad alta potenza.